Dalle favelas in Brasile alla sua impresa in Italia

Una spiccata passione per i dolci e buone doti manageriali. Ecco la ricetta imprenditoriale di Liliam Altuntas. La sua società – in gara al ‘Next’ di Perugia tra le start up creare da immigrati – è specializzata nella produzione di torte artigianali “Venti anni fa ero per strada e non avevo da mangiare. Oggi sono in Italia e vendo cibo”.
Dal Brasile all’Italia. Migliaia di chilometri e un sogno nel cassetto realizzato sotto la Mole, in una Torino che da poco l’ha premiata come imprenditrice innovativa. La storia di Liliam Altuntas è una ricetta di successo. Gli ingredienti sono passione, intraprendenza e una preparazione continua. “Non ci fermiamo mai, nella mia azienda la sperimentazione è costante”, racconta con orgoglio.
Abitava nelle favelas del Brasile, viveva per la strada, ed oggi è un’imprenditrice di successo. E’ arrivata a Torino nel 2004, dopo un periodo di permanenza in Germania. Oggi Liliam ha 5 figli e fa la cake designer. La sua impresa si chiama Liliam Buffet, è stata fondata nel 2009 ed è specializzata nella produzione e vendita di torte artigianali. E – dettaglio non secondario – è nata come negozio virtuale. “La nostra vetrina sin dall’inizio è stata Internet. Online i nostri clienti hanno sin da subito fatto le ordinazioni. Poi in un secondo tempo è stato aperto il negozio fisico, anche se la modalità di venta principale rimane quella online”.
Oggi nella sua impresa vengono sfornati quotidianamente cup cake, brownie, cake pops, torte tipiche brasiliane, torte con decorazioni tridimensionali. Prodotti ottimi e premiati: Liliam, infatti, ha vinto il ‘MoneyGram’ per l’imprenditoria giovanile. “Potrei definire le mie torte italo-tedesche-brasiliane. Certamente italiane perché i gusti e i prodotti sono italiani, tedesche per la precisione maniacale che metto nella preparazione, brasiliane per il colore e per le forme”.
Liliam, cosa rappresenta per te la tua impresa?
“Direi che è il sogno di una ragazza di strada del Brasile che è riuscita a realizzarlo tramite i dolci”.
E l’Italia?
“Sono andata via dal Brasile giovanissima a causa di maltrattamenti continui e sono andata in Germania. Lì sono praticamente cresciuta. Poi sono arrivata in Italia. Questo Paese per me rappresenta la stabilità. Qui ho avuto la possibilità di realizzare il mio sogno”.
Quali sono i vostri clienti
“Abbiamo una clientela molto variegata: si va dai bambini agli anziani. Diciamo che diversifichiamo moltissimo l’offerta”.
Gli ingredienti per il successo della start up?
“Amore in ciò che faccio e vendo, spontaneità, disponibilità, la soddisfazione del cliente, fornire la migliore accoglienza al cliente facendolo sentire a proprio agio, di fatto parte di Liliam Buffet. In fondo accompagniamo i clienti nei momenti felici, per gli avvenimenti speciali, come il compleanno del figli o il loro matrimonio”.
Chi ha investito inizialmente nell’impresa?
“All’inizio è stato il mio dentista a fornire i fondi per aprire il negozio, avendo visto il mio lavoro quando avevo solo lo shop virtuale”.
Cosa rappresenta la rete per voi?
“Senza dubbio è la chiave del successo della mia attività: la quasi totalità delle commesse arriva tramite Internet, e accettiamo ordini da Facebook e Twitter”.
Un elemento di eccellenza del fare impresa in Italia?
“Gli italiani, una volta conquistata la loro fiducia, apprezzano molto le innovazioni”.
Un ostacolo, una zavorra di cui vi liberereste volentieri?
“Troppe regole e burocrazia inutile che ostacolano la libera iniziativa”.
Le prossime sfide?
“Aprire dei nuovi punti vendita in altre città e insegnare alle persone meno fortunate la mia attività. Vorrei dare lavoro ai senza fissa dimora o le ragazze sfruttate, o ancora alle donne e i ragazzi che sono stati in carcere. Ecco, mi piacerebbe assumerli e aprire un’azienda con loro”.
Un tratto distintivo di un nexter, ovvero di un innovatore?
“Per vincere nella vita non è importante arrivare per primi. Basta semplicemente arrivarci, alzandoti ogni volta che cadrai nel tuo cammino non mollando mai”.
(di GIAMPAOLO COLLETTI da repubblica.it/next http://goo.gl/cEWsFg)